«Ci sono parole, in questo libro, che risuonano linde e insieme misteriose: biografia, adolescenza, inattuale, eroe, romanticismo… Ci vuole coraggio anche solo a ritrovarle e a pronunciarle, queste parole». Così Antonio Faeti, comincia la sua prefazione al volume che comprende il racconto di una lunga e emblematica esperienza di laboratori teatrali con giovanissimi partecipanti, incontrati mentre attraversano il guado delle loro adolescenze. Protagonisti della metafora teatrale, le ragazze ed i ragazzi, vanno riconoscendo il senso esistenziale del loro percorso nelle parole, nelle invenzioni, nella mitopoiesi che caratterizza la ricerca.
Intorno a quell’esperienza si muovono le riflessioni che ne approfondiscono i significati, più che mai rilevanti e illuminanti, se comparati alle criticità tanto spesso evidenziate riguardo all’età adolescenziale nella società contemporanea. Si vede allora come lo spazio metaforico consenta il generarsi di condizioni di relazione, di pensiero, di immaginazione, di iniziazione e di cominciamento che aprono a nuovi orizzonti di conoscenza di sé, dell’altro, del mondo, alla luce dell’alterità e della ricerca creativa, non più o soltanto sottomessa alla ripetitività sterile di stereotipie e convenzioni. L’intreccio costante delle fonti letterarie, poetiche, artistiche offre così la possibilità di scoprire punti di vista inattesi, ulteriori visioni e itinerari di cambiamento per progettare un futuro pieno di senso. La proposta di “naviganti” vuole, infatti, sottolineare la necessità culturale e pedagogica di non disperdere la forza propulsiva di ambiti, solitamente marginali, in cui conoscenza, linguaggi artistici, esperienza e attenzione alla qualità della relazione, possono coniugarsi accompagnando i più giovani verso possibili e necessarie scoperte di vita.