Tra gli anni Quaranta del XIX secolo e l’avvento del nazismo in Germania la maggior parte dei fisiologi tedeschi abbracciava il “credo meccanicistico”, conformemente al quale la spiegazione dei fenomeni fisiologici doveva fondarsi sulle sole forze della fisica. Questa versione del fisicalismo si destreggiava tra il gretto materialismo (secondo lo slogan: l’uomo è ciò che mangia) e lo spiritualismo, alla base del quale c’era l’idea che ogni fenomeno fisiologico è espressione di una “forza vitale” non fisica e non meglio specificata. Pertanto i fisiologi tedeschi ammettevano bensì l’esistenza della vita psichica, dei pensieri, delle percezioni, dei sentimenti e delle emozioni, ma si rifiutavano di darne una descrizione fisica. Avendo preteso che il compito della fisiologia è la spiegazione dei fenomeni vitali, ne conseguiva una concezione impoverita della vita.
Armando De Palma, già Professore ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università di Torino, si è occupato di storia della filosofia moderna e contemporanea; in collaborazione con Germana Pareti, Professore ordinario di Storia della Filosofia presso la stessa Università, ha pubblicato lavori sul correlato fisico della coscienza, sul problema mente-corpo, sulle metafore in neurofisiologia, sul fenomeno della sincronia neuronale in connessione con la percezione conscia, e sulle origini della teoria della membrana.