Prefazione di Margherita Hack
“Tutto quello che avreste voluto sapere sul tempo e non avete mai osato chiedere” potrebbe essere il sottotitolo di questo libro. Dalla psicoanalisi al Principio di Fermat, dai calendari Maja all’entropia, dalle clessidre alla Relatività. Viene anche insinuato il dubbio che il tempo esista, che trascorra ammesso che esista, che due secondi siano il doppio di un secondo, perché la scala potrebbe essere logaritmica invece che lineare.
Già molti sono i libri che si sono occupati, sotto vari profili, del “tempo” (non quello metereologico) perché il tempo ha su chiunque un fascino tutto particolare anche se, a ben pensarci, dovrebbe avercelo anche lo spazio, o lo spaziotempo.
Questo è un libro forse diverso da tutti gli altri, almeno a sentire gli autori, che nemmeno hanno saputo rinunciare a qualche stravaganza. Pur non così profondi come avrebbero potuto essere … M. Heidegger o
S. Hawking, hanno tentato di guardare il tempo di diritto e di rovescio, dall’alto e dal basso, da destra e da sinistra, ma senza la pretesa di insegnare a qualcuno cosa sia il tempo: alla fine dichiarano di non saperlo nemmeno loro. Che abbia ragione il fisico J.A. Wheeler secondo il quale il tempo non sarebbe altro che un espediente della Natura per impedire che accada tutto in un colpo?
Nessuna indiscrezione sull’arcano significato del titolo, ammesso che ne abbia uno.
Adalberto Piazzoli, nato poco prima della guerra (mondiale … la seconda) è un fisico, professore emerito dell’Università di Pavia. Come ricercatore (sperimentale, ma con gusti teorici) è stato un “particellaro”, si è cioè occupato di particelle elementari presso laboratori italiani e stranieri, mentre come docente ha insegnato Fisica Generale e Fisica Sperimentale a studenti di Biologia, Ingegneria, Chimica e Fisica, sempre a Pavia. Ora tiene spesso conferenze divulgative, nonché un breve corso di Fisica all’“Università della Terza Età” di Pavia. Già Direttore di Dipartimento e di un Master di “Tecnologie Nucleari e delle Radiazioni Ionizzanti”. È stato per vari anni vicepresidente del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale).
Domenico Scannicchio, Ordinario di Fisica Medica presso l’Università di Pavia ha partecipato a vari esperimenti nel settore della fisica nucleare e delle particelle presso i Laboratori di Frascati, presso lo SLAC di Stanford, presso il CERN di Ginevra e all’ILL di Grenoble e ha collaborato alla costruzione del Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia. Già Direttore di Dipartimento, ha avviato a Pavia, per la prima volta in Italia, in qualità di Presidente del Consiglio Didattico di Medicina, un Corso di Laurea in Medicina interamente in lingua inglese. Autore di testi di Fisica Biomedica, ha svolto e svolge una intensa attività didattica in Facoltà di Medicina e Chirurgia.