Elogio dell’anima

Prendendo avvio dal quinto verso del proemio dell’Odissea, ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων, il saggio guarda, in particolare, al coniugarsi di ἄρνυμαι e ψυχή e, proponendo una lettura alternativa a quella insediata nella tradizione, vi coglie il delinearsi di una potenzialità accrescitiva endogena alla ψυχή di Odisseo. Toccando, poi, diversi momenti dell’opera omerica e con il ricorso a un intrecciarsi di linguistica e filologia, cerca di inscrivere in un quadro coerente tale interpretazione, che vedrà consegnare lo statuto ontologico al Divenire e non all’Essere, fino a ravvisare nella ψυχή di Odisseo una sorprendente δύναμις accrescitiva e l’adesione a una logica non-asimmetrica. Odisseo si opporrà, infatti, all’asimmetrica logica iliadica e itacese del κλέος, offrendo quale potente alternativa la propria logica della ψυχή. Si perverrà così a definire l’Odissea stessa quale elogio dell’anima, encomio della ψυχή.

Veronica Ariel Valenti si è laureata presso l’Università di Pisa in Lettere, seguendo prima un percorso filologico con i professori Antonio Carlini, Graziano Arrighetti e Mauro Tulli, poi, un percorso linguistico che è approdato a una tesi in linguistica storica seguita dai professori Romano Lazzeroni e Pierangiolo Berrettoni, mentre a Milano frequentava la Scuola Superiore di Studi del Vicino Oriente Antico, sostenendo, fra gli altri, gli esami di lingua e letteratura sumeriche con il professor Giovanni Pettinato. Ha, poi, conseguito il Dottorato in Linguistica Generale, Storica, Applicata, Computazionale e delle Lingue Moderne, coadiuvata dai professori Saverio Sani e Pierangiolo Berrettoni. Nella sua produzione scientifica, prevalentemente vòlta a tematiche legate all’indoeuropeistica, alla lingua sumerica e alla neurolinguistica, in particolare alla psicopatologia del linguaggio, sono presenti articoli di filologia classica e letteratura latina.