Dal secondo Settecento, il tema del Sublime è ben presente nella cultura letteraria e figurativa. Una tragedia, sia reale sia finzionale, infligge di massima tormenti e lacrime. Tuttavia può procurare pure «godimenti» [«Vergnügens»]. Non sempre rubricati come tali, la cultura antica da Aristotele a Lucrezio non li ignorò. Del tutto anomali, sono i godimenti del dolore: secondo i moderni, frutti dell’Erhabene, del «sublime». La Philosophical Enquiry into the Origin of our Ideas of the Sublime and the Beautiful di Burke, uscita nel 1757, fu tradotta anche in italiano fin dal 1804. Di quella Enquiry si individua qualche traccia nella Kritik der Urteilskraft di Kant e nell’Estetica di Croce. Sono queste, le radici filosofiche del tema che gli atti del presente convegno hanno articolato: com’è ovvio in chiave prevalentemente letteraria e in ambito prevalentemente italiano, ma senza escludere escursioni extra moenia.