Il pensiero di Hans Jonas è comunemente inteso nel segno di una netta reazione all’interpretazione gnostica del sé e del mondo. Egli si dedicò allo studio della gnosi dalla metà degli anni venti fino al secondo dopoguerra, e il frutto delle sue ricerche è raccolto nei due volumi di Gnosi e spirito tardoantico (1934, 1964). Questa lettura polemica della sua filosofia è davvero in grado di rendere conto dei rapporti che la proposta jonasiana, come filosofia della biologia e etica della responsabilità, intrattiene con le strutture caratteristiche del mito gnostico? Attraverso una approfondita analisi de Il concetto di Dio dopo Auschwitz, momento nel quale l’approccio unitario della filosofia jonasiana è più evidente, possono essere ritrovati i segni di un confronto positivo con la gnosi. Anche i caratteri del pensiero gnostico, dunque, concorrono a guidare la ricerca di Hans Jonas verso i temi propri della sua riflessione matura.
Tuttavia, al di là di tutte queste barriere della dottrina e della atmosfera culturale, il simbolo dell’intera analogia può parlare a noi. (…) Il destino di Dio è in gioco in questa totalità, al cui processo privo di sapere egli ha affidato la sua sostanza, e l’uomo è divenuto eccellente custode di questo patrimonio altissimo e sempre esposto al tradimento. In un certo senso il destino della divinità è nelle sue mani. H. Jonas
Tra questa Scilla e quella Cariddi, la sua gemella, oscilla lo spirito moderno. Se gli sia aperta una terza via, una via che gli eviti l’estraniamento dualistico ma lo ponga sufficientemente al riparo dalla concezione dualistica, così da salvaguardare l’umanità dell’uomo – questo è ciò che la filosofia deve scoprire. H. Jonas
Fabio Fossa (Gallarate, 1989) ha studiato all’Università di Pisa. Attualmente è dottorando in filosofia presso le Università di Pisa e Firenze.