Il «pensiero autistico» – concepito da Eugen Bleuler (1857-1939) come la componente caratteristica della dimensione psichica in cui un individuo è dominato dalla sua vita interiore e si distacca attivamente dal mondo esterno – fu al centro di numerose ricerche del primo Novecento in psichiatria, psicologia dello sviluppo e etnologia. Questo saggio, letto da Bleuler al III congresso internazionale di psicoanalisi a Weimar nel 1911 e poi pubblicato in forma più estesa nel 1912, è uno degli scritti più importanti e diffusi dello psichiatra svizzero, assieme a Dementia praecox o gruppo delle schizofrenie (1911) e Trattato di psichiatria (1916).
Eugen Bleuler (1857-1939), direttore dell’Ospedale psichiatrico di Zurigo dal 1898 al 1927, fu uno dei più originali innovatori della psichiatria del primo Novecento. Alla sua scuola si formarono molti illustri psichiatri e psicoanalisti tra cui Karl Abraham, Ludwig Binswanger, Carl G. Jung e H. Rorschach. Nel 1911 pubblicò il libro Dementia praecox o gruppo delle schizofrenie e nel 1916 il Trattato di psichiatria, più volte rivisto e ristampato, due opere considerate tra i classici del pensiero psichiatrico e psicopatologico.