Autori tra loro vicini, come Herder e Hamann, o distanti, come Hegel e Schopenhauer, sono qui accomunati per l’attenzione prestata alla filosofia di Kant e per i toni polemici con cui hanno commentato la dottrina della conoscenza della Critica della ragion pura. La Metacritica, con la quale i primi due ingaggiarono un vero corpo a corpo con Kant, ha tra i bersagli principali la sua concezione della ragione, la separazione delle facoltà conoscitive, l’astrattezza come tratto peculiare del procedere dell’intelletto. Quanto a Hegel, egli non perdonò a Kant di non essere riuscito ad oltrepassare, nella conoscenza, la sfera del finito; apprezzò l’appercezione trascendentale, ma solo per trasformarla in strumento per la costruzione dello speculativo. Schopenhauer, unico fra i quattro, celebrò la scoperta della “cosa in sé”, ma per farla diventare, trasfigurata nel significato, il dispositivo idoneo ad erigere una “nuova” metafisica.
Le assenze – da Jacobi a Schelling – sono più numerose delle presenze, ma già queste ultime bastano a mostrare quante resistenze siano state frapposte alla filosofia critica e quanti i tentativi compiuti per arginarne i possibili esiti di modernizzazione.
Fra gli studi di Carla De Pascale si segnalano: Tra rivoluzione e restaurazione. La filosofia della società di Franz von Baader, Bibliopolis, 1982; Etica e diritto. La filosofia pratica di Fichte e le sue ascendenze kantiane, il Mulino, 1995 (ed. ted. Berlin, Dunker & Humblot, 2003); Vivere in società, agire nella storia. Libertà, diritto, storia in Fichte, Guerini, 2001; Filosofia e politica nel pensiero italiano fra Sette e Ottocento: F.M. Pagano e G.D. Romagnosi, Guida, 2007; Giustizia, il Mulino, 2010. Per i tipi di ETS ha curato S. Bacin, E. Cafagna, R. Picardi, C. Sabbatini, D. Tafani, La civetta di Minerva. Studi di filosofia politica tra Kant e Hegel (2007) e S. Palazzo, Trascendentale e temporalità. G. Deleuze e l’eredità kantiana (2013).