Il volume, alla luce del dibattito pedagogico contemporaneo, riflette sulla complessità e l’interconnessione delle competenze del docente, ponendo il concetto di responsabilità quale tratto etico-deontologico sotteso alla sua professionalità.
Il lavoro, quindi, in un percorso che si snoda nella duplice dimensione epistemologico-ermeneutica della relazione educativa e giuridico-istituzionale (con uno sguardo rivolto alle istituzioni scolastiche nazionali ed europee) si pone l’obiettivo di cogliere l’educativo scolastico come sintesi costante tra l’educativo agito e l’educativo pensato della professionalità docente, facendo riferimento anche a studi
empirici e ricerche sul campo.
Rousseau. Non date ai vostri allievi alcuna specie di lezione verbale; non devono riceverne che dall’esperienza (…) Ricordatevi che in ogni caso le vostre lezioni devono essere più azioni che discorsi; i bambini dimenticano facilmente quello che si dice loro e che loro si è detto, ma non ciò che hanno fatto e si è fatto loro.
Dewey. Se l’educazione è crescita, deve realizzare progressivamente le possibilità presenti, e così rendere gli individui più adatti ad affrontare i bisogni ulteriori. Il crescere (…) è un ininterrotto cammino verso l’avvenire (…)
Savater. Tipico dell’uomo, infatti, non è l’apprendimento puro e semplice, bensì l’apprendimento da altri uomini, il loro insegnamento. Il nostro maestro non sono il mondo, le cose, gli eventi naturali e neppure l’insieme delle tecniche e dei rituali che chiamiamo cultura, ma il vincolo intersoggettivo con altre coscienze.
Schön. È indice di progresso che
gli studenti (…) imparino a vedere il processo di apprendimento come, secondo l’espressione di Dewey, “il lavoro pratico… del modificare, del cambiare, del ricostruire continuamente senza fine”.