Come riuscire a dire dell’uomo, sfuggendo alle oggettivizzazioni delle scienze della natura così come alle definizioni tradizionali fondate sulla sua animalità o creaturalità? La via proposta da Eugen Fink è quella di portare alla luce i caratteri essenziali dell’umano attraverso un’accurata descrizione dei fenomeni fondamentali dell’esistenza. Morte, lavoro, dominio, amore, vergogna, gioco, sono gli elementi primi da analizzare per provare a descrivere il tentativo dell’uomo di orientarsi nel labirinto del mondo. Con tale procedimento i concetti utilizzati abitualmente dall’antropologia filosofica – ragione corpo linguaggio libertà e storia – non saranno esaminati in maniera ipostatizzata, ma in stretta connessione con la delucidazione dei fenomeni fondamentali. Sarà la fenomenologia del lavoro, ad esempio, a mostrare come intendere la corporeità dell’uomo ed il suo processo di liberazione, il suo fare storia nel continuo confronto con la natura, a lui interna ed esterna.
Anche le due espressioni “conoscere il mondo” e “aver pratica del mondo” sono abbastanza lontane nel loro significato, perché nel primo caso si tratta solo della conoscenza di un gioco a cui si assiste, mentre nel secondo caso si partecipa al gioco.
I. Kant
All’aperto appartengono un mondo e la terra. Il mondo però non è semplicemente l’aperto, corrispondente alla radura, e la terra non è ciò che è rinserrato, corrispondente al velamento. Il mondo è piuttosto la radura dei passaggi per le essenziali consegne, in cui si dispone ogni decisione.
M- Heidegger
L’etica si fonda sulla fisica.
E. Fink