Sulla scia dell’ostrica verghiana, ideale nucleo fondativo di una precisa mitografia isolana della modernità, la letteratura siciliana del ’900 ha variamente argomentato la resistenza (subita o voluta) ad ogni forma di mutamento e di movimento, declinando insistentemente una esibita refrattarietà al divenire stesso della storia che, come notava Sciascia, è un’apparenza, un’illusione, sorta però dalla realtà («e dunque ne è parte, intrinsecamente»). Il corteggiamento della stasi e del tempo fermo, la metaforica invalicabilità dei confini di una terra che si fa tana e prigione, la vocazione al nostos come unica forma possibile di viaggio si impongono nella narrazione dell’isola, coniugandosi con istanze regressive, di cui, parimenti distanti da un confronto diretto col vero, diventano volti altri il sonno e il sogno. La rappresentazione di questo suggestivo moto immobile ha puntualmente tentato in modi diversi i più importanti scrittori della Sicilia novecentesca (da Vittorini a Bufalino, da Brancati a Sciascia, da Tomasi di Lampedusa a Consolo), in un dialogo tutto letterario che coinvolge a vario titolo quelli tra di loro che hanno scelto di rimanere e quelli che hanno scelto di andar via; quelli che hanno coraggiosamente coltivato l’impegno e quelli che ne hanno preso le distanze con indolenza; quelli che hanno raccontato di una terra senza più margini di possibile salvezza e quelli che ne hanno trasfigurato il destino in un’utopia senza tempo soffertamente lontana dal reale.
Marina Paino insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Catania. Si è occupata di autori rappresentativi del Novecento italiano (Sbarbaro, Rebora, Saba, Montale, Vittorini, Sereni, Lampedusa, Pasolini, Morante, Manganelli, Calvino, Sciascia, Bufalino) secondo prospettive di tipo filologico, concordanziale, intertestuale. Ha curato con Giuseppe Savoca la concordanza del primo Canzoniere di Saba (1996) e l’edizione critica con concordanza di tutte le poesie di Rebora (2001). Tra i suoi volumi: L’ombra di Sheherazade. Suggestioni da “Le mille e una notte” nel Novecento italiano (2004), Dicerie dell’autore. Temi e forme della scrittura di Bufalino (2005), La tentazione della leggerezza. Studio su Umberto Saba (2009), Signore e signorine di Guido Gozzano (2012).