La nozione di natura delle cose ricorre spesso nel pensiero giuridico occidentale; non costituisce il contrassegno di alcuna particolare scuola ed è appartenuta, e appartiene, tanto al bagaglio dei giuristi quanto a quello dei filosofi del diritto. Malgrado le diverse interpretazioni fiorite nel tempo, negli usi della nozione permane, quale nucleo stabile, l’idea che qualunque approccio al diritto non possa fare a meno di tenere conto dei molteplici condizionamenti che il diritto subisce a opera della realtà esterna, in particolare del mondo sociale in cui affonda le sue radici.
Può un’idea apparentemente così banale avere un posto di rilievo nella comprensione del diritto? In che misura si apparenta alle più grandiose costruzioni dei giusnaturalisti? Accogliere o respingere questi presupposti cambia qualcosa nell’operare quotidiano dei giudici e dei giuristi?
Il libro cerca di rispondere a tali domande alla luce di un’indagine dettagliata dei metodi e delle credenze dei giuristi che con maggiore insistenza hanno sottolineato l’importanza del nesso tra diritto e natura delle cose.
Luca Pelliccioli è dottore di ricerca in filosofia analitica e teoria generale del diritto. Per questa collana ha curato (con Vito Velluzzi) il volume L’Analogia e il diritto. Antologia breve, 2011.