Nella letteratura su Alfred Hitchcock, pur sterminata, vi è ancora un aspetto singolarmente trascurato: la fortuna di cui ha goduto presso i colleghi, notoriamente vasta almeno quanto quella di pubblico e critica. Questo volume offre un contributo per colmare tale lacuna, sottoponendo ad analisi alcune riscritture di quello che è stato al contempo uno dei film più innovativi di Hitchcock e il suo maggior successo commerciale: Psycho (1960). Nel suo primo mezzo secolo di vita, la vicenda di Norman Bates ha ispirato senza soluzione di continuità parodie, seguiti e rifacimenti, non di rado in polemica fra di loro, mentre innumerevoli sono state le citazioni e le allusioni ai momenti più iconici del film. Al di sotto delle variazioni di superficie, si intende mettere in luce come l’oggetto più problematico e più malleabile di tali rielaborazioni siano state le inquietudini sollevate dal legame tra sessualità, malattia e morte stabilito dal modello hitchcockiano. Se ne verificheranno i risultati – in funzione del mutare dei contesti culturali e delle ideologie – in opere che spaziano da Homicidal (1961) di William Castle alla forma più estrema di parodia, quella in chiave pornografica, passando per Frenzy (1972) dello stesso Hitchcock, per i diversi ripensamenti di Brian De Palma, gli horror slasher degli anni Settanta e Ottanta, i numerosi sequel (cinematografici e letterari) e il remake diretto da Gus Van Sant nel 1999.
Mauro Giori è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. È autore di Alfred Hitchcock. Psyco (2009), Poetica e prassi della trasgressione in Luchino Visconti. 1935-1962 (2011), Luchino Visconti. Rocco e i suoi fratelli (2011), Scandalo e banalità. Rappresentazioni dell’eros nel cinema di Luchino Visconti (1963-1976) (2012). Ha inoltre curato l’edizione italiana di The Hollywood Hallucination di Parker Tyler, di prossima uscita.