I contenuti dei miei vasetti non hanno ricette: e le etichette sono inganni visivi, frasi invischianti, divertissement poetico-musicale, invenzione pittorica, raramente è realtà. Ma a volte, il sapore-colore-profumo delle ciliegie di maggio, arriva da un tramonto dove il sole rosso sembra un aquiloneattaccato al filo di fumo di un jet che fugge verso est. C’è l’esattezza di Calvino, la giocondità di Respighi, l’eccesso di Borges, la fanta-follia di Serafini: il tutto si sprigiona dalla manipolazione dei differenti ingredienti durante le fasi di preparazione alla cottura e poi al gorgogliare avvolgente e… finalmente a gustare l’atteso, immaginato ma anche imprevedibile!