La reminiscenza è l’argomento su cui Platone costruisce la sua teoria della conoscenza e chiarisce la sua concezione della verità come quel che già sempre deve essere (ri)conosciuto. La perfetta convenienza del vero con la nostra intelligenza rende l’esperienza della verità una (ris)coperta di quanto già dovevamo aver saputo. In tal modo la ‘versione’ della dialettica come ascesa progressiva alle realtà ideali si mostra infine come una ripresa di verità. Ma, la reminiscenza comporta anche, in ragione dei contenuti ricordati, un modo nuovo di vedere la realtà e di saperci al mondo. Un modo a cui Platone dette una vita e un volto concreti, li fece persona in Socrate, veicolo di quel vero filosofico che modella colui che lo (ri)scopre.
Valerio Meattini insegna Filosofia teoretica e Filosofia della mente all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca teoretica si è rivolta all’idealismo e al realismo come versioni della comprensione del mondo che possono incontrarsi per sviluppare un “discorso di verità”. Ha inoltre indagato modalità dello scetticismo dandone un’interpretazione che mantiene la concezione della verità come “misura” della stessa proposta scettica. In filosofia morale ha elaborato una teoria sulla genesi del valore e della scelta morale in ragione dell’irreversibilità delle nostre azioni e proposto una nuova interpretazione dell’opposizione in Hume tra questioni di fatto e questioni di valore. Nella ricerca storiografica ha portato contributi all’interpretazione di Platone, Piero Martinetti e Giuseppe Rensi, Benedetto Croce, Berkeley, Cartesio Spinoza, Leopardi e Kant.