«l’anima è qualcosa del corpo», aveva detto Aristotele nel suo trattato sull’anima; «anima è solo una parola per un qualcosa del corpo», replicherà Nietzsche nel suo Zarathustra.
Il libro si propone, attraversando l’intero corpus testuale nicciano, di rendere visibile, nella rilettura che ne fa Nietzsche, la necessità della Seele, rivisitata-‘restaurata’ – contro lo scientismo dei petits faits, e resa di nuovo ‘dicibile’ e praticabile – in dissonante voce verso gli enfatici cantori della «rinuncia al proprio io».
Conferendole una nuova dicitura e figura: «passione senza nome» che disciplina e risponde alla fibrillazione caotica del pathos costitutivo di ogni vivente, l’anima diventa in Nietzsche e per Nietzsche: la regola non repressiva per rappresentare, in senso forte e letterale, il mortal coil («essere in tutto e per tutto corpo») e l’accogliente luogo-logos, dove possono ‘distesamente’ esser presentate le appassionate e ‘digressive ragioni’ che attraversano ogni singolo viluppo mortale.
Felice Ciro Papparo insegna Filosofia Morale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università “Federico II” di Napoli.
Tra le sue ultime pubblicazioni: Sciogliere-legare. Esercizi di soggettivazione, Paparo, Napoli 2015; Transitabilità e trans(ap)parenza del pathos. Sulla nozione di “rappresentazione semplice” nella filosofia di M. Henry, in L.V. Distaso-F.C. Papparo, Textura rerum. Parvenza apparenza appariscenza, ETS 2015.