Alla nutrita serie quattrocentesca dei volgarizzamenti di materia favolistica appartiene anche L’Esopo di Francesco del Tuppo. L’opera, tramandata dalla princeps curata dallo stesso autore-editore, contiene il volgarizzamento della Vita in prosa di Rinuccio e delle Favole in versi di Walterius, con l’aggiunta di due componimenti forse di diverso autore. A farne uno dei prodotti più interessanti della tradizione incunabolistica quattrocentesca, contribuiscono: la sua complessa architettura tipografica, in cui si alternano testo e immagine, latino e volgare, prosa e poesia; la curiosa scelta delle fonti latine operata dall’autore, che da un lato giustappone alla Vita di Rinuccio la silloge favolistica walteriana anziché quella rinucciana e, dall’altro, nel volgarizzare la biografia di Esopo, sembra valersi di un testo-base più breve; il cospicuo apparato di moralizzazioni ed exempla che tien dietro alle Favole, in cui la lingua dell’autore, non più vincolata dal dichiarato intento di realizzare una «traducio materno sermone fidelissima», acquista disinvoltura e si colora di più genuine tinte dialettali.
Serena Rovere (Udine, 1980) ha conseguito il Diploma di perfezionamento in discipline filologiche e linguistiche moderne presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 2010. In qualità di assegnista di ricerca ha collaborato ai progetti “Ricerche per la costruzione di un repertorio telematico della tradizione dei testi letterari italiani (TLIoN)”, “Lessico friulano antico”e “Chartae Vulgares