Con il convegno “Conrad in Italia: interpretazioni, appropriazioni, reinvenzioni”, tenutosi all’Università degli Studi di Roma Tre il 22 e il 23 giugno del 2017, abbiamo voluto riprendere le fila degli studi sulla ricezione di Conrad condotti in primis da Mario Curreli, alla cui memoria è dedicato questo numero speciale di Anglistica Pisana. Nel farlo, abbiamo voluto incoraggiare un approccio collettivo e interdisciplinare, in cui gli anglisti si ponessero in ascolto, convinti come siamo che la ricezione di Joseph Conrad nel nostro paese possa mettere in luce caratteristiche peculiari della nostra cultura letteraria. Come spiegare, altrimenti, il particolare destino del Conrad italiano? Nessun altro può vantare altrettante interpretazioni, appropriazioni, reinvenzioni”: la sua opera è stata presa a modello per narrare le avventure professionali di un operaio specializzato (nella Chiave a stella di Primo Levi), ma anche per immaginare gli effetti della globalizzazione (in Nathan Never n. 27); è stata considerata come una pietra di paragone per valutare la trasformazione del fumetto popolare in fumetto d’autore (nei numerosi articoli dedicati all’opera di Hugo Pratt) e per dar forma al racconto del volo in aeroplano (in Staccando l’ombra da terra di Daniele Del Giudice); ed è stata, naturalmente, un modello per la costruzione di racconti incentrati sulla stagione coloniale italiana in Africa (ne I fantasmi dell’impero di Marco Consentino, Domenico Dodaro e Luigi Panella). L’ombra dello scrittore anglo-polacco attraversa poi, oltre alla letteratura, la cultura popolare.