Mme de Staël, Constant, Baggesen, Goethe, Schiller, Humboldt sono solo alcuni fra i più importanti intellettuali con cui Manzoni viene a contatto negli anni del suo soggiorno parigino (1805-1810) durante i quali frequenta la cerchia di amicizie di Fauriel e comincia a riflettere su alcune tematiche che costituiranno motivi-chiave della sua produzione successiva. In dialogo con l’ampio panorama documentario e storiografico sull’argomento e prendendo le mosse da una lettura parallela di alcuni testi tedeschi e di alcune fra le maggiori opere manzoniane, il volume offre innanzitutto elementi per dirimere l’inaggirabile questione della conoscenza del tedesco da parte di Manzoni per poi riprendere in esame i rapporti che, grazie alla decisiva mediazione di Fauriel, il giovane poeta stringe con i testi dei celebri rappresentanti della cultura d’oltralpe fra XVIII e XIX secolo.
Vengono così aggiunte tessere goethiane alla già ricca intertestualità del Carmagnola e si scoprono analogie fra alcune conquiste della Lettre à MrChauvet e i contenuti delle Réflexions di Fauriel, del saggio di Schiller sulla poesia ingenua e sentimentale e degli Ästhetische Versuche di Humboldt dedicati all’idillio di Goethe, analogie teoriche che trovano forma letteraria nei brani di ispirazione idillica dei Promessi sposi.Proprio il tema dell’idillio, spesso ostracizzato dalla critica degli ultimi cinquant’anni, si rivela allora determinante nella ricostruzione delle relazioni del giovane Manzoni con il pensiero estetico di matrice germanica, che egli attraversa, anche nel corso degli anni della maturità, alla luce della prospettiva cristiana, rivelando la propria statura di intellettuale davvero europeo.
Monica Bisi è dottore di ricerca in Storia e letteratura dell’età moderna e contemporanea e assegnista di Letteratura italiana presso l’Università Cattolica di Milano. Prediligendo una prospettiva che tenta di portare alla luce i legami fra la pratica retorica e il sostrato filosofico cui essa conferisce forma, ha letto alcuni autori del Seicento, ma anche Dante e Manzoni, nelle cui opere ha studiato la dialettica fra dinamica della metamorfosi ed esperienza della conversione. Tra i suoi contributi, i volumi Il velo di Alcesti. Metafora, dissimulazione e verità nell’opera di Emanuele Tesauro, Pisa, ETS (2011); Poetica della metamorfosi e poetica della conversione: scelte formali e modelli del divenire nella letteratura, Berna, Peter Lang (2012) e i saggi L’ambigua Circe e l’umbratile Diana, in Il mito nella letteratura italiana, II. Dal Barocco all’Illuminismo (Morcelliana, 2006); Forme dell’espressione e dinamiche della conversione: il capovolgimento delle rime nel passaggio dall’Inferno al Purgatorio, «L’Alighieri» (2010); «Signaque de superis praedicta patentia monstrant»: retorica della profezia nei sonetti di T. Campanella, in Futuro italiano: scritture del tempo a venire (Pacini Fazzi, 2012); Per una letteratura come scienza morale: le figure della giustizia nella vicenda di padre Cristoforo, in Una giustizia diversa (Vita e Pensiero, 2015).