Nei primi anni del secondo millennio, nel 1016, il monaco benedettino Bono, proveniente dell’Abbazia di Nonantola, che all’epoca era uno dei principali centri culturali dell’Italia medievale, iniziò, nell’attuale area di San Michele in Borgo, la costruzione di una piccola chiesa e un alloggio per sé e per altri monaci. Nei secoli successivi quell’insediamento fu oggetto di ampliamenti, abbellimenti e trasformazioni fino a divenire una delle chiese più belle e più importanti della Diocesi di Pisa. Il complesso fu prima dei Benedettini e poi dei Camaldolesi fino al 1782, anno delle soppressioni lorenesi, in seguito alle quali la chiesa fu trasformata in Prioria. La bellissima facciata riporta le scritte leggibili di una elezione del Rettore dello Studio di Pisa risalente al XVII secolo. Pregevoli opere d’arte vi sono conservate al suo interno. L’altare maggiore è costruito sopra la cripta dell’XI-XII secolo, un crocifisso trecentesco attribuito a Nino Pisano, pala di altare di Baccio Lomi restaurata da Gli Amici dei Musei nel 1999, affreschi e dipinti databili tra il XII ed il XVIII secolo. I bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale sulla città e in particolare quello del 20 giugno 1944, distrussero completamente la navata sinistra, mentre quelle centrali e destra furono gravemente danneggiate. Si salvò soltanto la facciata. Anche il chiostro e il monastero furono distrutti. Quest’anno per celebrare il “Millennio” sono state programmate una serie di iniziative fra le quali la mostra fotografica riguardante la Chiesa prima della guerra, il suo stato dopo i bombardamenti del 1944, e la sua ricostruzione e ristrutturazione. L’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani ha voluto celebrare questa particolare ricorrenza partecipando, insieme ad una serie di eventi culturali in programma, all’allestimento della mostra fotografica e alla pubblicazione del catalogo, con lo scopo di contribuire alla maggiore e migliore conoscenza del patrimonio artistico della nostra bella Pisa, per esortare i visitatori, auguriamoci moltissimi, anche alla preghiera e alla pace.