Pisa. Accanto alla città dei vivi, una città dei morti: il Camposanto. Il 10 febbraio 1850, tra i loggiati marmorei del sepolcro monumentale, un giovane Ernest Renan ammira il pasto di Satana raffigurato nell’Inferno del Buffalmacco. Tra i dannati, avviluppato nelle spire di una serpe, Averroè, il celebre commentatore di Aristotele del quale Renan andava, al tempo, ricercando le tracce e l’influenza in Italia. I suoi studi confluirono in Averroès et l’averroïsme (1852), pietra miliare della storia della filosofia arabo-medievale, e il ricordo di Pisa restò vivo nelle opere del filosofo francese sino alla morte.
Domenico Paone ha studiato filosofia con Giuliano Campioni nelle Università di Pisa e Lecce. Dottore di ricerca all’École Pratique d’Hautes Études di Parigi, è responsabile del Groupe Renan dell’Institut des Textes et Manuscrits Modernes (CNRS / École Normale Supérieure), laboratorio all’interno del quale dirige il progetto “Renan Source”, un’edizione digitale dei manoscritti di Ernest Renan.
Francesco Petruzzelli, formatosi con Cristina D’Ancona e Giuliano Campioni all’Università di Pisa, è dottore di ricerca in storia della filosofia e autore di numerosi studi su Ernest Renan e il panorama intellettuale del XIX secolo. È autore, inoltre, della traduzione italiana di Averroès et l’averroïsme (Bompiani, 2008). In qualità di membro del Groupe Renan dell’Institut des Textes et Manuscrits Modernes (CNRS / École Normale Supérieure), si occupa della riscoperta del pensiero filosofico di Renan attraverso lo studio e l’edizione critica del suo lascito manoscritto.