La relazione tra l’opera di Max Weber e la filosofia politica è stata oggetto di valutazioni singolarmente contrastanti. Se Norberto Bobbio poté definire il poliedrico pensatore di Erfurt come “l’ultimo dei classici”, Leo Strauss lo indicò invece come uno dei principali attentatori all’esistenza stessa del discorso filosofico sulle cose politiche. Tenendo conto di tali ed altre posizioni contrastanti, questo saggio intende contribuire a definire la rilevanza del pensiero di Max Weber per la filosofia politica e per la storia della filosofia, analizzando premesse e implicazioni di una circostanza tanto evidente nei suoi scritti quanto trascurata: la centralità della nozione di Chance come elemento definiens di concetti fondamentali quali “potenza” (Macht), “potere” (Herrschaft), “disciplina” (Disziplin), “validità” (Geltung), “legittimità” (Legitimität), “convenzione” (Konvention), “diritto” (Recht), “Stato” (Staat), “uso” (Brauch), “costume” (Sitte) e “consenso” (Einverständnis). Mettendo in relazione gli scritti metodologici con quelli sociologici e politici, i continui richiami alla Chance vengono qui interpretati come segnali di una svolta cruciale rispetto all’impostazione more geometrico prevalente nel discorso filosofico-politico dell’età moderna, incentrato sulla definizione di vincoli necessari e necessitantideducibili dalla natura umana.
Luca Mori svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, dove ha conseguito il Dottorato di ricerca in Discipline filosofiche. Collabora come formatore con la Fondazione Collegio San Carlo (Modena), tsm-Step (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, Trento), MuSe/Museo delle Scienze (Trento), Sou-Scuola di architettura per bambini di Farm Cultural Park (Favara), Armunia (Castiglioncello).