Johann Georg Hamann (1730-1788), definito il Mago del Nord per il carattere oracolare dei suoi scritti, è stato contemporaneo e concittadino di Kant. Crociate di un filologo è il titolo da lui dato a una raccolta di saggi nei quali, attraverso un produttivo intreccio tra narrazione autobiografica e riflessione filosofica, vi è già ampiamente documentata la sua interpretazione della religione e del linguaggio. Si tratta di scritti che rivelano sin dal titolo il loro carattere militante, in quanto scaturiti dal confronto critico con l’illuminismo del suo tempo, al quale egli rimprovera di operare una scarnificazione non solo della religione e del linguaggio, ma anche della natura, dell’uomo e della ragione, una rivendicazione che lo apparenta a certi precorrimenti romantici. Il suo tentativo di decostruzione dell’ideologia illuministica con le armi della filologia è ciò che inoltre lo rende attraente e degno di considerazione per Herder e Goethe, ma l’impulso originario per lo sviluppo di queste idee gli viene fornito dalla sua fede luterana, in quanto ancoraggio alla Parola e alla «Parola che si è fatta carne», rivelazione che è insieme sensibile e storica e perciò ricca di affinità con il linguaggio della letteratura, della poesia e persino con quello della «creazione» in quanto atto comunicativo divino.
Francesco Donadio ha insegnato Storia della filosofia all’Università degli studi di Napoli «Federico II». Le sue ricerche vertono prevalentemente su temi di filosofia della religione all’interno dell’area culturale tedesca tra Otto e Novecento. Ha curato l’edizione italiana dell’Opera omnia di Paul Yorck von Wartenburg e di scritti di Fr. W. J. Schelling, Chr. J. Braniss, L. von Ranke e M. Heidegger.