Iacopo d’Angelo da Scarperia (1360?-1410/11) fu un pioniere della riscoperta del greco in Occidente. Allievo di Coluccio Salutati, imparò il greco a Costantinopoli nel 1395-1396 e lo perfezionò negli anni successivi a Firenze, alla scuola di Manuele Crisolora. Si dedicò poi alla traduzione in latino delle opere di Plutarco, l’autore greco che appassionava il primo Umanesimo con le sue biografie dei protagonisti della storia greca e romana. Dopo aver tradotto alcune delle Vitae parallelae, fra il 1405 e il 1409 Iacopo portò a termine la traduzione dei due Moralia dedicati da Plutarco al tema della fortuna e del suo ruolo nelle vicende storiche: il trattato De Alexandri fortuna aut virtute, diviso in due orazioni, e il De fortuna Romanorum. Furono queste le prime traduzioni umanistiche di opere appartenenti ai Moralia, dedicate al cardinale Pietro Filargis, divenuto poi papa con il nome di Alessandro V (1409-1410). Nell’epistola prefatoria Iacopo presenta queste versioni come risposta all’interrogativo su chi fosse stato il maggiore condottiero dell’Antichità, Alessandro Magno o Giulio Cesare, e forte dell’autorità di Plutarco, l’umanista assegna il primato al greco Alessandro, con un giudizio che non sarà condiviso dall’Umanesimo successivo.
Viene proposta in questo volume l’editio princeps delle due traduzioni: per le sue caratteristiche essa fornisce una testimonianza rilevante delle prime esperienze di traduzione umanistica. Nella nota critica è ricostruita la tradizione manoscritta del testo delle traduzioni, mentre le due appendici propongono rispettivamente un profilo della biografia e dell’opera di Iacopo d’Angelo, e una ricostruzione del manoscritto greco utilizzato dall’umanista per realizzare le sue traduzioni.
Fabio Stok insegna Letteratura latina e Cultura e tradizione classica nell’Università di Roma Tor Vergata. Si è occupato di autori latini (Cicerone, Virgilio, Ovidio e altri), medicina antica, esegesi virgiliana tardoantica, lessicografia umanistica, fortuna dei classici nella cultura moderna. Ha pubblicato numerosi saggi ed edizioni critiche.
Giancarlo Abbamonte insegna filologia classica all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha studiato la tradizione esegetica dei testi logici di Aristotele (Alessandro di Afrodisia e Boezio), il commento serviano alle Georgiche di Virgilio e i commenti umanistici alle Silvae di Stazio; ha partecipato all’edizione del Cornu copiae dell’umanista Niccolò Perotti e ha pubblicato sulla lessicografia umanistica una monografia apparsa nel 2012 in questa collana.