Il presente lavoro considera gli scholia vetustiora contenuti nel Paris. Lat. 7900A, preziosa testimonianza di miscellanea scolastica e base dell’edizione Keller del cosiddetto ps.Acrone, in relazione al ‘libro’ di cui fa parte, come testimonianza quindi di pratiche esegetiche che rimandano ai commentari della tarda antichità. L’obiettivo è quello di presentare la redazione più antica del corpus come prodotto di una scuola che si può definire serviana – una scuola senza spazio e diacronica in cui si commentano gli autori alla luce del testo serviano – e analogamente di valutarne caratteristiche e specificità esegetiche, considerando esemplificativamente gli scolii al IV libro delle Odi in rapporto alla fortuna di Orazio nell’antichità e alle pratiche di una scuola che ha le sue radici in quell’epoca di tesaurizzazione del sapere classico che fu la tarda antichità.
Concetta Longobardi è dottoressa di ricerca in Filologia Classica, Cristiana e Medievale-Umanistica, Greca e Latina, con titolo valido in Italia e in Francia, avendo conseguito il dottorato in co-tutela tra l’Università di Napoli Federico II l’Università di Lyon 3 Jean Moulin. È stata assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e ha svolto il percorso post-dottorale presso l’Università di Lyon 3, di Paris IV La Sorbonne, il Trinity College di Dublino grazie a borse di ricerca, di cui una promossa dalla Regione Auvergne-Rhône-Alpes; è stata inoltre vincitrice del programma “Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship”. La sua ricerca è stata in questi anni indirizzata soprattutto alla ricezione del testo di Orazio lirico e al corpus scoliastico pseudoacroniano, relativamente al quale ha presentato numerosi interventi nell’ambito di seminari e convegni di respiro internazionale e ha redatto articoli apparsi su riviste prestigiose e volumi miscellanei.