Mentre nell’Orbis Pictus di Comenio le immagini entravano nel testo per sostenere i processi di apprendimento – con la promessa di mostrare tutto a tutti – tra XX e XXI secolo sono state messe a punto tecnologie capaci di visualizzare su schermi portatili quantità crescenti di informazione e di proiettarle all’esterno, integrandole agli ambienti abitualmente percepiti, al punto da generare esperienze di “realtà aumentata”.
L’impressione dominante è che sia in corso una rivoluzione, che riguarda al tempo stesso i dispositivi tecnologici, gli ambienti di vita e le possibilità dell’apprendimento. Restano tuttavia controversi gli esiti probabili di tale rivoluzione e la natura delle discontinuità col passato. Questo libro propone un inquadramento storico-filosofico del problema, concentrandosi in particolare sul periodo che va dal XVI al XVIII secolo e su tre sfide che risultarono tanto urgenti ed importanti allora, quanto appaiono rilevanti oggi: visualizzazione, organizzazione e condivisione dell’informazione.
L’auspicio è che la prospettiva storico-filosofica qui delineata possa aiutare a individuare le trame sottili e durature sottese alla rivoluzione in corso, offrendo un contributo alla storia della filosofia dell’informazione (o quantomeno alla sua preistoria, se si preferisce sottolineare in modo più marcato la discontinuità del presente col passato).
Luca Mori ha conseguito il Dottorato di ricerca in Discipline filosofiche presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Collabora come formatore con diverse organizzazioni, tra cui: Fondazione Collegio San Carlo (Modena); tsm-Step, Scuola per il governo del territorio e del paesaggio (Trento); Sou, Scuola di architettura per bambini (Favara) e Muse, Museo delle Scienze di Trento. Tra le pubblicazioni recenti: Utopie di bambini. Il mondo rifatto dall’infanzia (2017); Chance. Max Weber e la filosofia politica (2016).