In anteprima i giorni 8-9-10 dicembre a Firenze al convegno “Fare mondo: poetica del futuro dimenticato”.
In libreria dal 12 gennaio 2018.
A partire dal nuovo materialismo, che studia la complessità dell’incessante materializzazione del mondo e partecipa al cambiamento paradigmatico che sta coinvolgendo ogni ambito di studio e ricerca, Karen Barad discute la necessità di rivedere nozioni di cambiamento, agency, causalità, tempospazio. Sulla scia di Donna Haraway, che l’ha preceduta a UCSC, i suoi strumenti critici uniscono scienze naturali, scienze umane e letteratura, pratiche di ricerca, concetti, codici, significazioni e rappresentazioni. Karen Barad conduce una contestazione radicale dei dualismi e dell’identità, e incrociando la performatività di Judith Butler mostra come una lettura queer possa migliorare la comprensione di processi tecnoscientifici e sociali intrecciando politicamente natura e vita da prospettive postcapitaliste / postumaniste / postcoloniali. I saggi, qui tradotti per la prima volta, introducono e riconducono al suo Meeting the Universe Halfway (2007) descrivendo una traiettoria complessa e diffratta attraverso molteplici ambiti disciplinari: la filosofia, la fisica, gli studi culturali femministi e queer.
Karen Barad è al contempo filosofa e fisica teorica. Tra le principali esponenti del nuovo materialismo, insegna all’università della California a Santa Cruz, nel famoso dipartimento di Storia della Coscienza. La sua opera principale è Meeting the Universe Halfway(2007).