Il saggio indaga l’esplorazione della mente resa possibile dall’esperienza poetica. L’occasione è fornita dalla ricostruzione di quella che T.S. Eliot considerava una vera e propria corrente estetica, fondata da Baudelaire ispirandosi al saggio di E. A. Poe The Philosophy of Composition. I caratteri di questa corrente sarebbero poi stati delineati da Mallarmé e Valéry. L’idea di fondo è che l’autore tragga piacere dall’apparire ispirato al proprio lettore celando il lavoro e la riflessione in realtà richiesti dall’atto della composizione e a loro volta fonte di piacere nel momento della creazione artistica. Accogliendo un suggerimento dello stesso Eliot si individua in J.L. Borges quel poeta che ha integrato e trasceso l’idea di un primato della composizione sull’ispirazione, confrontandosi nei suoi scritti con Valéry e riflettendo sul concetto di memoria inconscia. Il saggio non è solo un’indagine storico-estetica ma anche una riflessione teoretico-gnoseologica su quello che il filosofo come scrittore potrebbe apprendere su se stesso se si confrontasse con le esplorazioni della mente condotte da poeti-filosofi come Valéry e Borges.
Danilo Manca (Lecce, 1987) è assegnista di ricerca presso l’Università di Pisa. Si occupa di filosofia classica tedesca, fenomenologia, filosofia della letteratura ed estetica della Goethezeit. Per Edizioni ETS ha pubblicato la monografia Esperienza della ragione. Hegel e Husserl in dialogo (2016), co-curato il volume Hegel e la fenomenologia trascendentale (2015) e curato la raccolta Il velo scolpito. Dialoghi tra filosofia e letteratura (2013). È tra i fondatori del gruppo di ricerca Zetesis ed editor in chief della rivista «Odradek. Studies in Philosophy of Literature, Aesthetics and New Media Theories».