Cercando d’interrogarsi sul senso odierno del diffuso rituale critico delle Lecturae Dantis, questo libro raccoglie, nella seconda parte, alcuni esercizi di lettura di canti danteschi, risalenti a diversi momenti e a diverse occasioni. Del tutto inedita, la prima parte si compone invece di una serie di riflessioni, articolate in quattro capitoli, intorno a un centro tematico da individuarsi nella figura e nel ruolo di Virgilio, nella Commedia. Nella vivace dialettica dei suoi rapporti con Dante, della Commedia autore e personaggio, nel disappunto spesso silenzioso che lo accompagna nel corso dell’ascesa purgatoriale, inducendolo a chiedersi, quando più gravoso sente il peso dell’esclusione dalla Grazia, come e quando nella sua vita ha sbagliato, proprio come fa, a gioco concluso, colui che ha perso la partita a dadi. Momento ad un tempo centrifugo e centripeto di queste riflessioni non può infatti non essere la problematica attinente le ragioni dell’esclusione del cantore di Enea dalla salvezza cristiana. Ragioni pur radicate entro un sistema culturale certo legittimante la scelta di Virgilio a guida nel viaggio oltremondano, in nome di tutto quanto consente di percepire, nella sua poesia, il presagio di una prossima renovatio mundi o cristiana palingenesi. Si affaccia così la cauta ipotesi che tale componente profetica, insita nella vocazione poetica virgiliana, possa anche essere intesa come segno di una predestinazione di Virgilio alla salvezza: predestinazione non giunta al suo esito, rimasta congelata e irrisolta, perché contraddetta da particolari scelte politico/ideologiche, dall’esercizio di quel libero arbitrio che non è innata virtù umana, ma dono supremo concesso all’uomo dalla divina bontà.
Già professore ordinario di Letteratura Italiana presso la facoltà di Lettere dell’Università di Salerno, Emma Grimaldi è autrice di saggi, apparsi su riviste italiane e straniere. Prediligendo la dimensione della narrativa, si è occupata dei romanzi e racconti di Cesare Pavese in La fuga e il ritorno (1979), dedicandosi poi a problematiche stilistico-formali nel Decameron, in Quantunque volte, graziosissime donne (1980) e Il privilegio di Dioneo (1987). Al Manzoni ha dedicato il volume Dentro il romanzo. Strutture narrative e registri simbolici dal Fermo e Lucia a I promessi sposi (1992), all’opera del Verga, La costola d’Adamo. proposte di lettura per il Mastro-don Gesualdo (1994). Alla poetica di Pirandello, con precisa attenzione al senso e al ruolo femminili, guarda invece Come un quadro sottosopra (2001), mentre sull’individuazione di plausibili percorsi ricognitivi entro il corpus delle Novelle per un anno, si sofferma Il labirinto e il caleidoscopio (2007). Al ‘romanzo’ dell’Ariosto, capolavoro di un’arte del racconto simultaneo, polifonico e policentrico, approdante alla cifra del ‘non finito’ o della peculiare modernità, ha dedicato Inseguendo Orlando. Un pretesto per rileggere il Furioso (2015).