Agnes e Baltasar, due giornalisti occidentali, sono rinchiusi in un hotel di Belgrado nei giorni di marzo del 2006 in cui si svolgono i funerali dell’ex-presidente serbo Slobodan Milošević. Attraverso i loro dialoghi, le interviste condotte da Baltasar e le molte voci anonime che ascoltiamo, Angélica Liddell mette in scena una dolorosa meditazione sugli orrori delle guerre jugoslave degli anni Novanta.
L’autrice non è interessata a una precisa ricostruzione degli avvenimenti storici, ma a trasmetterci la percezione delle sofferenze individuali e collettive e a mostrare gli strascichi dei traumi causati dalla violenza e dall’insensatezza delle azioni umane anche a molti anni di distanza. In ultima istanza ciò che ci mette sotto gli occhi è il fallimento dell’essere umano e il fallimento della ragione.
Belgrado è un testo pervaso anche da poesia e bellezza; non per questo rinuncia a denunciare le responsabilità di tutti noi nelle catastrofi umanitarie provocate dalle guerre, restituendoci un senso di sgomento di fronte alla crudeltà umana, alla barbarie pronta a scatenarsi in qualsiasi momento, nonostante i secoli di “civiltà” che abbiamo alle spalle.
Angélica Liddell (Figueres, 1966), drammaturga, attrice, regista e scenografa dei suoi spettacoli, è oggi una delle artiste più affermate nel mondo teatrale europeo. Attiva nei principali festival internazionali e vincitrice di numerosi premi, è autrice di un teatro radicale, aggressivo, disperato e poetico, che intreccia il vissuto personale più intimo e doloroso alla sofferenza collettiva generata da una società ingiusta e insensata. Un teatro allo stesso tempo performativo e di parola, in cui vita e spettacolo si fondono e nel quale assumono grande importanza la colonna sonora, gli oggetti di scena, i costumi e l’illuminazione.
Silvia Monti insegna Letteratura Spagnola all’Università di Verona. I suoi studi spaziano dal Medioevo alla letteratura attuale. Negli ultimi anni si è occupata della Lozana Andaluza di Francisco Delicado, di letteratura dell’esilio e di letteratura di frontiera e dell’immigrazione. È specialista dell’opera di Max Aub e di teatro spagnolo contemporaneo.
In copertina: immagine tratta da Belgrade, compagnia La Meute, Lione, 2014, regia di Thierry Jolivet. Foto di © Laurence Kieffer.