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I tre capitoli e dieci saggi che compongono questo volume declinano gli snodi della letteratura portoghese del secondo Novecento a partire da due romanzi e un racconto poetico che, sebbene apparsi in periodi diversi ma relativamente prossimi tra loro, permettono di restituire un quadro d’insieme di temi e motivi in un’unica complessa tessitura. José Cardoso Pires, António Lobo Antunes e Herberto Helder sono posti a paradigma di una cultura che fa i conti con i propri miti, la propria storia, il proprio mancato progetto imperiale, i simulacri del proprio passato e la disgregazione del proprio tessuto sociale. Il delfino, In culo al mondo e Teorema disegnano anche il complesso rapporto tra scrittura e potere, scrittore e politica nell’arduo compito di resistere alla dittatura o di recuperare la memoria collettiva.
Roberto Francavilla è professore associato di Letteratura e Cultura Portoghese all’Università di Genova e ha insegnato a lungo all’Università di Siena. È stato borsista dell’Instituto Camões e della Fundação Calouste Gulbenkian in Portogallo. Collabora con Università brasiliane e portoghesi e con le pagine culturali di vari quotidiani (il manifesto, Il Corriere della Sera, L’Unità). Coordinatore, fra l’altro, del progetto di ricerca “Oltre i margini. Il Brasile e la letteratura di favela” e fra i curatori del progetto patrocinato dalla Commissione Europea Les relations Europe-Afrique, ha pubblicato saggi e articoli di letteratura portoghese (in particolare su Fernando Pessoa/Bernardo Soares), brasiliana e africane. È anche traduttore, fra gli altri, di Clarice Lispector (Adelphi), José Cardoso Pires, Gonçalo M. Tavares, Chico Buarque (Feltrinelli).