In intere epoche della storia culturale d’Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avuto molto presto la ventura di diventare un testo scolastico; le sue commedie hanno continuato a circolare anche nel Medioevo e la sua pièce d’esordio è stata tradotta da uno dei padri della modernità, Niccolò Machiavelli. Ha inventato la polemica letteraria, usando il teatro per rintuzzare le accuse che gli venivano rivolte e difendere le sue scelte poetiche. Ha introdotto la commedia di situazione, in cui l’intera vicenda ruota intorno alle reazioni dei vari personaggi di fronte a una circostanza in apparenza inesplicabile; ha usato le convenzioni del suo genere letterario per demolirle, diventando così suo malgrado l’assassino della commedia, che dopo di lui non poteva né tornare indietro né proseguire oltre lungo una strada della quale sembravano esaurite pressoché tutte le possibilità. Ha regalato al futuro un verso bellissimo, Homo sum: humani nil a me alienum puto, adottato da allora in avanti come divisa di ogni umanesimo. Eppure, nonostante tutto questo Terenzio è quasi assente dal panorama delle riscritture contemporanee del teatro antico e resta assai meno conosciuto e studiato di Plauto. I saggi raccolti in questo volume ne affrontano i testi da molteplici prospettive, mettendone in luce una serie di aspetti letterari, antropologici, culturali e contribuendo a restituire spessore ad una affascinante esperienza intellettuale.