Quella di Friedrich Hölderlin è, notoriamente, una delle figure più problematiche e misteriose della storia della letteratura tedesca. Egli fu poeta e drammaturgo, studioso di filosofia e letteratura, appassionato interlocutore del fermento politico della sua epoca. Questo libro vuole contribuire a una trattazione del tema della tragedia come costitutivo dell’intera produzione di Hölderlin. Si leggerà l’esperienza drammaturgica di Hölderlin in riferimento alle costellazioni filosofiche e letterarie in cui era immersa; si comprenderanno, così, anche i suoi rapporti con Iperione e alcuni frammenti teorici. Si ravviseranno, dunque, ragioni filosofiche nella scelta di Hölderlin di volgersi al linguaggio tragico e, in modo analogo, in quella successiva di abbandonarlo.
Marta Vero (Catanzaro, 1990) è dottoranda presso le Università di Pisa e Firenze e cultrice della materia (Estetica, Storia dell’Estetica) del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Lavora soprattutto sulla teoria della tragedia del Sette- e Ottocento tedesco, con particolare attenzione alle filosofie di F. Schiller, G. W. F. Hegel, F. Nietzsche e, naturalmente, F. Hölderlin. Studia anche l’estetica del romanticismo e le sue riproposizioni novecentesche, in particolare in W. Benjamin. Si interessa, inoltre, di estetica dei nuovi media, teoria classica della retorica, teoria novecentesca della traduzione.