Il potere è ambivalente e proteiforme, assume sembianze diverse dal tipo di cultura in cui si inserisce. In questo libro si cerca di analizzarlo dall’interno, entro l’orizzonte sociale dell’Occidente. La forma che ha assunto è quella più adattabile al capitalismo, a quel paradigma che vorrebbe l’individuo assoggettarsi liberamente alla competizione economica e il cui desiderio maggiore corrisponderebbe alla ricerca del denaro e dell’accumulazione. Il pensiero critico è il metodo capace di riconoscere i lati oscuri del potere: da un lato prova a decostruire questi valori considerati fondanti ma sui quali si è spesso edificato lo sfruttamento dei soggetti: il lavoro, la democrazia, il diritto; dall’altro, ci porta a riflettere e a modificare il modo di vedere su questioni sottese ma sempre attuali quali la natura, la libertà, il politico.
Stefano Berni è stato Professore a contratto in Filosofia del diritto presso l’Università di Siena, assegnista e dottore di ricerca. Ha pubblicato su varie riviste tra cui “il Ponte”, “Iride”, “Segni e Comprensione”, “Dialegesthai”. È tra i fondatori e nel comitato scientifico della rivista “Officine filosofiche”. I temi di cui si è occupato vertono sul rapporto tra soggettività e potere. Tra le sue opere ricordiamo: Soggetti al potere. Per una genealogia del pensiero di Michel Foucault, Milano 1998; Per una filosofia del corpo. Heidegger e Foucault interpreti di Nietzsche, Siena 2000; Nietzsche e Foucault. Per una critica radicale alla modernità, Milano 2005; Epigoni di Nietzsche. Sei modelli del Novecento, Firenze 2009; Linee di fuga. Nietzsche, Foucault, Deleuze, Firenze (con Ubaldo Fadini) 2010. Fare giustizia. Due studi sulla vendetta, Milano (con Giovanni Cosi) 2014.