Il cinema moderno ha sposato l’orizzontalità come cifra distintiva di formalizzazione del visibile. Nel corso degli anni Cinquanta, nel tentativo di differenziare l’offerta spettacolare hollywoodiana da quella della neonata televisione, il sobrio formato semiquadrato dello schermo classico viene rimpiazzato da un’immagine grandiosa, dalla base assai più estesa dell’altezza. E dagli Stati Uniti, centro propagatore dell’innovazione, i formati panoramici si diffondono di cinematografia in cinematografia, cambiando sensibilmente pratiche, mestieri, estetiche. Questo libro ricostruisce per la prima volta il processo culturale di adozione dello schermo largo (widescreen) da parte dell’industria cinematografica italiana, nella convinzione che si tratti della terza grande rivoluzione tecnologica del mezzo dopo sonoro e colore.
Federico Vitella (1977) insegna Storia del cinema presso l’Università di Messina. Le sue ricerche concernono la storia culturale del cinema italiano, con particolare attenzione per i modi di produzione, la genetica testuale e il divismo. Ha pubblicato i volumi Geometrie dello sguardo (2007, con Luca Mazzei), Il montaggio nella storia del cinema (2009), L’avventura (2010), Scandali segreti (2012).