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Home Le Collane MOUSAI. Laboratorio di archeologia e storia delle arti (17) 9788846755285
Libro cartaceo
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Le anfore da trasporto dal santuario greco di Gravisca

Autore/i: Andrea Di Miceli , Lucio Fiorini

Collana: MOUSAI. Laboratorio di archeologia e storia delle arti (17)

Pagine: 192, ill.
Formato: cm.21x27
Anno: 2019
ISBN: 9788846755285

Stato: Disponibile
  • Descrizione

La scoperta presso il lido dell’attuale città di Tarquinia, del santuario emporico di Gravisca ha rappresentato una tappa fondamentale nello studio delle dinamiche economiche che hanno animato gli scambi commerciali nel Tirreno in età arcaica, contribuendo in maniera significativa alla ricostruzione della storia religiosa e politica del Mediterraneo, rappresentando il santuario lo spazio deputato all’interrelazione e all’integrazione tra la cultura etrusca e quella greca. L’area sacra di Gravisca rappresenta infatti il punto di arrivo e di commercio delle molteplici e ricche mercanzie che attraverso il Mediterraneo giungevano a Tarquinia, un vero e proprio portofranco utilizzato, a partire dalla fine del VII secolo a.C., principalmente da mercanti greci per poter vendere i loro prodotti e onorare stabilmente le proprie divinità. Tra le classi di materiali ampiamente attestate figurano le anfore da trasporto, diretta testimonianza del commercio del vino e dell’olio nei lidi tarquiniesi. Il libro prende in esame gli esemplari rinvenuti durante le campagne di scavo degli anni settanta del secolo scorso nell’area del santuario greco, reperti per lo più inquadrabili in un arco cronologico che va dall’età arcaica fino all’inizio dell’età ellenistica.


Andrea Di Miceli, si è laureato a Perugia con una tesi in Archeologia della Magna Grecia e ha continuato i suoi studi prima a Matera dove ha ottenuto la Specializzazione in Archeologia Classica, poi a Perugia dove a conseguito il Dottorato in archeologia, specializzandosi in studi tardo-antichi. Ha partecipato a numerosi scavi sia con Università italiane e straniere, sia per varie Soprintendenze italiane. Collabora da anni con la cattedra di Metodologia della Ricerca Archeologica e con quella di Archeologia romana dell’Università di Perugia e dirige la missione archeologica italiana in Kuwait. Collabora attivamente come libero professionista con il Centro S.M.A.Art (Center for Scientific Methodologies Applied to Archaeology and History of Art) dell’Università di Perugia e con la Soprintendenza dell’Umbria nel campo delle prospezioni geofisiche applicate all’archeologia e dello scavo archeologico.

Lucio Fiorini è docente di Metodologia della ricerca archeologica e di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Perugia. La sua attività scientifica si articola in diversi filoni di indagine: alle ricerche dedicate al santuario emporico di Gravisca, si è affiancata nel corso del tempo l’attenzione verso altri importanti siti, tra cui Cerveteri (l’area circostante all’ipogeo di G. Genucio Clepsina), Gubbio (il santuario italico di Caipicchi-Nogna), Collazzone (il sito romano in Loc. Le Carceri) - aree  investigate con le più moderne tecnologie per la diagnostica archeologica. Tra le altre tematiche oggetto di indagine, figurano gli studi sulla metallurgia antica, le ricerche di carattere iconologico, di iconografia della ceramica attica e sulla pittura tombale etrusca. Vincitore nel 2015 del “Second Shanghai Archaeology Forum Award” organizzato dalla Shanghai Academy, dall’Institute of Archaeology at the Chinese Academy of Social Sciences, dalla Shanghai Municipal Administration of Cultural Heritage e dalla Shanghai University, nella sezione “Field Discovery Awards”, per lo scavo di Gravisca (Tarquinia – VT), giudicato come una delle dieci più importanti scoperte al mondo per le metodologie applicate e per i risultati ottenuti.