L’incontro di Scipio Slataper con l’opera di Friedrich Hebbel, avvenuto nel 1909, è il principale evento intellettuale che sconvolge e indirizza la formazione, il pensiero e la produzione del giovane triestino prima della composizione del Mio Carso. Sull’onda dell’entusiasmo generato dalla lettura Slataper traduce la Giuditta e il Diario, progetta di tradurre il Moloch, ipotizza di dedicare al drammaturgo tedesco la propria tesi di laurea, si fa promotore di varie iniziative editoriali, riprende e rielabora nei propri scritti suggestioni tratte dalle opere hebbeliane.
Si tratta di un rapporto fatto di costanti confronti, slanci tragici e volontà di emulazione che nei suoi risultati concreti non solo contribuisce in maniera determinante a guidare e a far maturare Slataper, ma più in generale porta gli intellettuali giuliani di inizio Novecento a svolgere un ruolo decisivo nella diffusione delle culture dell’Europa centrale in Italia.
Il volume – che si giova di materiali d’archivio finora inediti – ricostruisce puntualmente la nascita e l’evoluzione del legame tra le due figure, seguendone le varie ramificazioni e inserendolo nel più ampio quadro dell’interesse di Slataper per la cultura tedesca.