Figura centrale della filosofia arabo-islamica medievale, Abū Naṣr al-Fārābī (m. 950) fu detto “al-mu‘allim al-ṯānī”, “il maestro secondo” solo ad Aristotele. Fu Alpharabius o Avennasar per i latini, che lo conobbero in parte grazie alle traduzioni della seconda metà del XII secolo. Il suo pensiero influenzò profondamente lo sviluppo del pensiero islamico e, seppure in misura minore, di quello ebraico e latino medievale. Nel corso del Novecento, il pensiero politico di al-Fārābī fu eletto da Leo Strauss a modello di esercizio libero del pensiero filosofico, della separazione della filosofia dalla religione e dalla teologia.
Questo volume è il risultato di un dialogo seminariale tra specialisti di filosofia politica e storici della filosofia medievale su fonti e sviluppi del pensiero politico farabiano, sulle circostanze e sulle implicazioni della sua riscoperta nel Novecento. I contributi qui raccolti consentono di ripensare le letture moderne e contemporanee della filosofia politica di al-Fārābī. Il contesto culturale nel quale egli operò e nel quale le sue opere furono lette nell’Oriente e nell’Occidente musulmani è ovviamente lontano dalle riletture del XX secolo, ma l’accurato esame di ambedue è il presupposto della comparazione tra il pensiero farabiano sulla “città perfetta” e le riflessioni moderne su di essa.
Rémi Brague è professore emerito di Filosofia medievale e araba alla Sorbona di Parigi e professore di Filosofia delle religioni europee all’Università Ludwig Maximilian di Monaco.
Elisa Coda svolge presso l’Università di Pisa ricerche sulla recezione della cosmologia aristotelica dalla tarda antichità al medioevo arabo ed ebraico.
Chad Jorgenson è ricercatore all’Università di Friburgo (Svizzera) e specialista della ricezione greca e araba di Platone.
Carlo Altini è Direttore scientifico della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e professore di Storia della filosofia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
Marco Menon svolge la sua ricerca presso l’Università di Pisa e studia Leo Strauss nel quadro del problema teologico-politico della modernità.