Nel primo Cinquecento l’Italia vive una crisi profonda, segnata dal tramonto delle corti e dall’affacciarsi di guerre ed invasioni. Due pensatori tra loro molto diversi, Pomponazzi e Machiavelli, si chiedono se sia possibile agli uomini intervenire sul corso degli eventi o se debbano rassegnarsi a quanto fato e fortuna dispongono. In una prospettiva tutta mondana, dalla quale Dio e ogni principio di giustizia scompaiono, sono tracciate le linee di un’amara e disincantata riflessione sulla condizione umana. Pomponazzi indica una felicità possibile al saggio che riconosca la forza del fato, Machiavelli non si arrende alla fortuna e rivendica l’efficacia della politica.
Andrea Suggi ha insegnato Storia della filosofia del Rinascimento all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi lavori: Sovranità e armonia. La tolleranza religiosa nel Colloquium Heptaplomeres di Jean Bodin, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2005; Un lessico etico-religioso e politico di Tommaso Campanella, ILIESI, Roma 2009; l’edizione di Giambattista Vico, De ratione, ETS, Pisa 2010.