Un programma di rinnovazione e di restituzione si annuncia nelle pagine dell’In Parmenidem, l’ultimo per composizione e il maggiore per ampiezza e profondità fra i commentari platonici di Marsilio Ficino. La sua filosofia – che si autoconcepisce come una pia philosophia ovvero una docta religio – intende essere una ricerca tanto storica quanto ermeneutica (ovvero interpretativa) in senso originale, volta a mostrare l’accordo della sapienza filosofica con la verità rivelata propria alla religione cristiana. Costituisce una idea peculiare e qualificante di questa filosofia quella della convenienza (nel senso specifico del venire-con) della filosofia platonica con la dottrina cristiana. Propria ai prisci theologi, intravista dal venerando e terribile eleate, quella dell’Uno è verità eminente che si ritrova in Platone e che lo pseudo-Dionigi conferma. Tale idea fondante si manifesta inoltre come un pensiero ‘architettonico’: non solo nel senso che è a partire da questa idea che il filosofo costruisce e sviluppa tutta la sua interpretazione della filosofia di Platone, ma anche nel senso del riconoscimento di una dimensione organizzante il reale. Secondo la traccia profonda sviluppata nell’In Parmenidem è proprio mediante l’individuazione della dimensione strutturale dell’universo che l’anima umana, di per sé commista al molteplice, può fare ritorno all’Uno come al proprio Principio.
Giovanni Alberti (Vallo della Lucania, 1984) è assegnista di ricerca presso l’Università di Salerno, dove è professore a contratto di Filosofia della scienza e Logica. Già borsista del Centro Universitario Cattolico e professore incaricato presso lo Studio Teologico Salernitano, ha pubblicato saggi e articoli sulla filosofia tedesca classica e su quella dell’umanesimo e del rinascimento. Presso ETS è in precedenza uscito un suo volume su La Dottrina della scienza di Fichte negli anni di Jena 1794-1799 (Pisa 2014).