Ispirato a una celebre letrilla di Quevedo, il titolo del volume si pone già come sintesi essenziale del dibattito attorno al potere che il denaro assume di volta in volta nella letteratura spagnola, a seconda della temperie sociale e del clima politico in cui viene evocato. Colpisce infatti l’insistenza con cui la formula del denaro che “todo lo puede” (oppure “que todo lo iguala” o “todo lo suelda”) appare lungo tutto l’arco cronologico (dall’epica delle origini alle derive allegoriche della tarda letteratura aurea) tracciato dai suoi tredici interventi, così come la presenza, nelle varie materie in essi affrontate, di ricorrenti stereotipi e pregiudizi.