Giovanni Morelli (Verona, 1816 - Milano, 1891) fu personalità influente sulla scena italiana ed europea tra Otto e Novecento. Il suo metodo attributivo, basato sull’osservazione dei cosiddetti segni particolari, costituì un contributo tanto imprescindibile quanto dibattuto alla storia delle arti. La sua eredità si articola intorno a due poli, la storia del collezionismo e la storia della critica d’arte, sui quali si concentrano gli interventi presentati nelle due sezioni in cui si articola questa miscellanea di saggi. In particolare l’attenzione si focalizza sui rapporti del critico con collezionisti e istituzioni museali per poi ampliare il panorama di indagine alla ricezione del metodo morelliano tra Otto e Novecento, ai suoi risvolti epistemologici, con uno sguardo anche alle sue implicazioni archeologiche.
Contributi di: Gianpaolo Angelini, Enzo Borsellino, Tommaso Casini, Andrea Di Lorenzo, Maurizio Harari, Andrea Leonardi, Maurizio Lorber, Marta Scarrone, Antonella Trotta.
Gianpaolo Angelini insegna Museologia e Storia della critica d’arte presso l’Università di Pavia. I suoi interessi di ricerca si concentrano sull’architettura a Roma e in Lombardia dal tardo Cinquecento al Settecento, sulla pittura del Settecento lombardo, sulla storia della critica, del
collezionismo e della tutela, sull’immagine e la documentazione iconografica del paesaggio e della nazione dopo l’Unità d’Italia. Ha pubblicato: La
patria e le arti. Emilio Visconti Venosta patriota, collezionista e conoscitore, Pisa 2013; Il Collegio Ghislieri di Pavia 1567-2017. Il complesso monumentale dal XVI al XXI secolo, Milano 2017; La fratellanza raffaellesca. Fortuna e ricezione del metodo morelliano nell’Italia postunitaria, Pisa 2018.