Nel tardo Quattrocento e nella prima metà del Cinquecento la Sicilia è stata caratterizzata da un’importante produzione di storiografia locale e regionale a cui non è stata mai rivolta particolare attenzione. In questo volume sono raccolti alcuni saggi che vorrebbero sopperire a tale carenza soffermandosi su autori come Pietro Ranzano, Bernardino Rizzo, Lucio Cristoforo Scobar, Bartolomeo De Grandis, Gian Giacomo Adria, Matteo Selvaggio, Claudio Mario Arezzo. Inserite nel contesto storico del regno d’Aragona e dell’impero spagnolo ai quali apparteneva allora la Sicilia, le loro opere appaiono guidate da istanze politiche e/o culturali, e il ricordo del glorioso passato greco dell’isola assume spesso un ruolo centrale. A scoprirlo era stato Costantino Lascaris che, cercando di sanare la ferita infertagli dalla caduta della sua Costantinopoli nelle mani di Maometto II, nella sua lunga permanenza in Sicilia quel passato aveva ritenuto di incitamento a contrastare le calamitates dei tempi, e il pericolo turco. Muovendo dalla ‘grande storia’ e non da ragioni campanilistiche, e seguito da una schiera di continuatori, Lascaris è stato il primo a modellare in epoca moderna il volto greco della Sicilia.
Giovanni Salmeri insegna storia romana presso l’Università di Pisa. È autore di numerosi volumi e articoli sull’amministrazione provinciale dell’impero romano, sui percorsi della cultura greca nel mondo antico e moderno, sulla storia dell’Asia Minore e della Sicilia nell’antichità, sulla storiografia moderna relativa al mondo antico.
Giuseppe Marcellino ha conseguito il dottorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e ha condotto ricerche sulla letteratura latina del Rinascimento come fellow della Alexander von Humboldt Stiftung e della Gerda Henkel Stiftung. Tra le sue pubblicazioni si annoverano edizioni di autori tardoantichi e di umanisti (Favonio Eulogio, Giannozzo Manetti, Leonardo Bruni), e il volume Il latino e il ‘volgare’ nell’antica Roma (2015).