Drieu la Rochelle e Brasillach; Malraux, Nizan e Sartre; Céline e Simenon, Montherlant, Guilloux e Bove: la condizione di orfanità e sterilità rappresenta una costante fondamentale per comprendere il romanzo francese degli anni Trenta. Se già la letteratura tardo ottocentesca aveva posto l’accento sul déracinement dell’individuo, temi come l’evaporazione del padre e la crisi della procreazione sembrano riflettere un malessere storico-culturale strettamente riconducibile ai traumi della Prima guerra mondiale e all’affermazione della società di massa. Mentre all’orizzonte già si staglia lo spettro di un nuovo, devastante conflitto che demolirà definitivamente la fiducia nelle istanze del progresso. Alla luce di queste coordinate, le figure di orfanità e sterilità ossessivamente tematizzate dall’immaginario romanzesco degli anni Trenta s’incaricano di descrivere – nelle manifestazioni sempre oblique e ambivalenti del linguaggio letterario – l’esperienza di una generazione improvvisamente priva di giustificazioni biologiche, sociali e religiose. Partendo da queste considerazioni, il saggio individua tre linee di sviluppo sufficientemente distinte, ognuna delle quali esprime attraverso modalità poetiche peculiari il collasso della funzione paterna. A un estremo, una rivalsa regressiva culminante nell’estetizzazione del fascismo; all’estremo opposto, uno slancio etico-costruttivo fondato sul valore della libertà; di lato, una narrativa che esplora le secche della mediocrità esistenziale.
Formatosi all’Università di Pisa, Iacopo Leoni è attualmente docente a contratto di Letteratura francese presso l’Università di Napoli L’Orientale.
Le sue ricerche vertono principalmente sulla letteratura francese del Novecento. È autore di articoli sul romanzo dell’entre-deux-guerres e, in
particolare, sull’opera di L.-F. Céline. Per le edizioni ETS ha curato nel 2018 un volume che riunisce numerosi articoli di critica letteraria dello
scrittore Robert Brasillach.