Il cibo è un’istituzione sociale, costruita dai diversi gruppi umani per sottoporre a regole condivise le attività connesse al mangiare e al bere, al fine di gestire i conflitti fra gli individui. Ma stabilire che cosa e come si può, o non si può, mangiare presuppone che qualcuno ponga un certo numero di vincoli alla libera scelta di quegli individui. Il cibo ha dunque immediatamente a che fare con il potere e il suo esercizio, un legame che viene investigato a partire da una critica della nota affermazione di Ludwig Feuerbach secondo cui “l’uomo è ciò che mangia”, connettendola a tematiche centrali per il nostro presente: globalizzazione, localizzazione, multiculturalismo e interculturalità. Lo scopo è riaffermare la centralità dell’individuo concreto, delle sue preferenze e delle sue scelte nell’attuale discorso sul cibo, decolonizzando i presupposti della “modernità occidentale”.
Flavia Monceri è professore ordinario di Filosofia politica all’Università del Molise. Accanto alla filosofia politica e sociale, i suoi interessi di ricerca si concentrano sulla comunicazione interculturale, sugli studi di genere e le teorie queer e transgender, e sui Disability Studies. Fra le sue numerose pubblicazioni si possono menzionare da ultimo i volumi: Etica e disabilità, Morcelliana, Brescia 2017; Soltanto la nuda verità. Weininger, Klimt, Schiele, ETS, Pisa 2020.