“È nata sotto il segno dell’Acquario, una circostanza determinante per coloro che, nel nostro emisfero, perseverano in una fede contraria al progresso galileiano. Gli astronomi direbbero che è nata nel periodo in cui il Sole attraversa la costellazione dell’Acquario, la costellazione delle ‘stelle fortunate.’ Ha un nome vintage. Non le piace. È un nome che evoca gli anni delle pettinature femminili alla Liz Taylor, degli abiti con la vita stretta e le gonne svasate che si vedono nelle fotografie in bianco e nero appiccicate nell’album dei ricordi. Fotografie scattate con la Rolleiflex. Se ne trovano tante nei mercatini dell’antiquariato. Il suo primo ricordo è una filza di piccole luci sospese nell’aria, una sera d’estate. La bambina aveva tre anni. Alla stagione successiva risale il secondo ricordo. È un’altra luce. È quella di una cometa. Un filamento di luce vivida in una chiazza di luce opaca.” Una donna ricorda le parole e le cose della bambina che è stata fra gli anni ’50 e ’60 del secolo corso. Lontani nel tempo e ricordati senza emozione, i personaggi e gli eventi risaltano accanto ad altre, recenti, conoscenze: le tre nonne materne, la madrina, i pescatori del Tigullio, l’astronauta Jurij Gagarin, Giovanni XXIII, Ann, l’amica finlandese. Un inganno autobiografico? Una schermaglia fra il presente e il passato?
Maria Grazia Bajoni è dottore in Storia Romana dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Ha insegnato lingua latina presso la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica di Milano dove è Cultore della materia presso la cattedra di Letteratura Latina Medievale. Per il saggio Les grammairiens lascifs. La grammaire à la fin de l’Empire romain (Paris 2008) ha ottenuto, nel 2018, ex aequo, il primo premio per la saggistica e il giornalismo al Premio «Marcel Proust» e il «Trofeo Alliance Française» al Concorso Internazionale di Letteratura «Città di Pontremoli» (2019). Presso le Edizioni ETS ha pubblicato il romanzo Il pane bianco (2007), i testi teatrali Tadmor (2016) e Trasmigranti (2019) e alcuni racconti nella collana «Il Portone/Letteraria ». Il racconto L’Inglesina ha ottenuto una segnalazione al Concorso «Giubbe Rosse» (Firenze 2018). Ha pubblicato Romanzo monzese (Varese 2019) e Milano. Via del Vecchio Politecnico (Varese 2020). Nel 2016 ha vinto il Premio «Hans Christian Andersen» per la migliore fiaba in lingua straniera (francese) e nel 2020 il Premio «Noasca», il Premio «Pont Canavese» e il Premio «Gran Paradiso» al Concorso «Una fiaba per la Montagna - Enrico Trione»