Un racconto che ricostruisce per frammenti, oltre alla fisionomia di un borgo di campagna sorto alla periferia di un’importante città, l’atmosfera di quella vita paesana propria degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Un sacco di episodi che rimandano a un mondo anche magico, primitivo, talora doloroso, fatto di coralità di voci, un affresco in cui tutti sono protagonisti, in cui le immagini e i sentimenti si confondono, in cui momenti dolci e struggenti si alternano ad amarezze e sconforto. Un racconto in cui compaiono Bobbio e Gramsci, le stragi naziste, le biciclette e i cavalli. Non una cronaca o un diario, ma un quadro costruito seguendo il filo dei ricordi, delle emozioni e delle suggestioni.