Dall’ultimo romanzo del 2018, La domenica vestivi di rosso, la scrittrice torna con un nuovo racconto che ha come protagonista occulto il destino. Nella sua imprevedibile ragnatela di morte, che nessuno può contrastare né contenere, si troveranno invischiati diversi personaggi, gente umile e dalle aspettative ordinarie a cui l’autrice dona una inattesa vita letteraria.
Centrale è la prometeica figura di Nanà, l’ostetrica veterinaria, che organizza un improbabile matrimonio, estraneo ad ogni intento amoroso-riproduttivo. Nel silenzio della solitudine e della perifericità sociale, ella sfiderà la natura e il destino: sarà impossibile per il lettore non essere coinvolto nelle sue disperate e vane macchinazioni.
Il ritorno ad un’ambientazione popolare consente all’autrice di recuperare la cifra linguistica peculiare, ossia quel plurilinguismo che l’ha fatta conoscere e amare alla critica e al pubblico.
Il testo è accompagnato da una nota introduttiva di Marina Castiglione, studiosa dello stile grassiano ed esegeta dei sistemi onomastici dell’autrice.
Silvana Grasso è nata e vive a Macchia di Giarre, tra l’Etna e il mare dei Ciclopi. Fa la sua prima riuscita prova di scrittrice con i racconti Nebbie di ddraunàra (1993), premiata con il Premio Mondello Opera Prima e con il Grinzane Cavour Giovani Autori Esordienti. Nella misura del racconto ha dato ulteriori prove di qualità: Pazza è la luna (2007) e Il cuore a destra (2014).
Di seguito ha pubblicato sette romanzi: Il bastardo di Mautàna (1994), Ninna nanna del lupo (1997), La pupa di zucchero (2001), Disìo (2005), L’incantesimo della buffa (2011), Solo se c’è la Luna (2017), La domenica vestivi di rosso (2018). I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e sul suo stile sono state redatte molte tesi di laurea in Italia e all’estero. A lei è stato dedicato un Convegno di studi svoltosi a Utrecht nel 2017. ETS ha avviato una collana «Archivio Silvana Grasso», di cui questo è il terzo volume.
Marina Castiglione è professoressa ordinaria di Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Palermo. Direttrice del progetto DASES (Dizionario Atlante dei soprannomi etnici in Sicilia) che compone la sezione onomastica dell’Atlante linguistico della Sicilia, è impegnata nella ricerca sui lessici settoriali, sulla onomastica letteraria, sulla linguistica testuale. È tra i collaboratori dell’opera monumentale Lingue e culture in Sicilia (Palermo 2013). Ha al suo attivo circa 130 pubblicazioni tra cui: L’incesto della parola. Lingua e scrittura in Silvana Grasso (2009); Tradizione, identità e tipicità alimentare nella cultura siciliana. Lo sguardo dell’Atlante Linguistico della Sicilia (a cura di, 2011); Parole e strumenti dei gessai in Sicilia. Lessico di un mestiere scomparso (2012); L’identità nel nome. Profili antroponimici in Sicilia (2019). Nel 2020 è uscita la curatela, insieme ad Elena Riccio, del volume Leonardo Sciascia (1821-1989). Letteratura, critica, militanza civile.