La Peste e le epidemie: qual è il profondo e metafisico significato? Quale è il senso di questa metafora sociale?
Molti scrittori, nei secoli, se lo sono chiesti, molti hanno cercato, appiattiti da una falsa coscienza generata da un credo comune, di trovare una valida motivazione ad essa.
Ma ancora oggi l’interrogativo rimane, il mistero persiste. Forse la peste non ha un senso, o forse è la speranza di ricominciare, la rinascita dell’uomo salvato, il niente e il tutto.
Questo studio accompagna, chi ad esso si approccia, a percorrere i pensieri e le opere di alcuni dei più grandi letterati italiani che, ponendosi queste domande, hanno trovato nella tragica vicenda della peste l’occasione per produrre preziosi pensieri tramutati in capolavori.
È evidente il richiamo al periodo storico che noi stessi stiamo vivendo, immersi in una situazione che rasenta l’assurdo e fa riflettere, fatto di ciclici ritorni, qualcosa che per anni abbiamo collegato solo ad un passato che non avrebbe mai più fatto ritorno, ed è da quello stesso passato che prenderemo le risposte per raccogliere nuovi fiori da questo terreno sociale.
Anna Di Veroli è docente di Corsi di laurea in Letteratura Italiana,
Letteratura per l’infanzia e Didattica della lingua italiana presso l’Università degli studi ECampus e docente di Master presso Link Campus University. Da oltre vent’anni impegnata in formazione e ricerca, scrive su riviste scientifiche di settore, come il «Vega Journal» ed altre. Tra le monografie più recenti: L’Unità d’Italia negli scrittori siciliani dall’Ottocento ad oggi, La donna angelo e la donna diavolo nella Divina Commedia, Il Gran Manuale di Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Storia, letteratura e pedagogia dalle origini ad oggi e Identità, storia e coscienza ebraica nella letteratura italiana.