Un io lontano nel tempo racconta le sue favole prima di finire nella memoria di altri. Ritrova così momenti e luoghi che esistono solo nell’istante in cui la sua memoria li ha fissati. La distanza spazio-temporale accresce la consistenza emotiva dei sentimenti: si affeziona a persone e a luoghi che ha conosciuto attraverso i ricordi di chi non c’è più, a Parigi cerca l’albero blu e scopre, per caso, il suo ritratto in una galleria d’arte nel Marais, nella taiga siberiana tiene fede a una promessa, per un lago tradisce il suo più grande amore, rispetta una consegna e tocca la materia della storia. Milano e Parigi sono le sue città anche se non appartiene né all’una né all’altra. Conversa da remoto con le persone che incontra nella memoria, ammira la bellezza del tulipano malato, che ravviva una natura morta, riposa nella quiete della casa dei tre pianoforti. Quando il ripostiglio dei ricordi è colmo, non lo sgombra, ma ricorre a una memoria aggiunta: la fantasia. E tutto quanto si oppone all’abitudine avrà diritto a uno spazio.
Maria Grazia Bajoni è dottore di ricerca in storia romana dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e ha insegnato lingua latina all’Università Cattolica di Milano. Per il saggio Les grammairiens lascifs. La grammaire à la fin de l’Empire romain (Paris 2008) ha ottenuto, nel 2018, il primo premio ex aequo per la saggistica e il giornalismo al Premio «Marcel Proust». È tuttora impegnata nella ricerca storico-filologica.
Di recente pubblicazione: Romanzo monzese (Varese 2019) e Milano. Via del Vecchio Politecnico (Varese 2020). Presso le Edizioni ETS ha pubblicato Il pane bianco (2007), La bambina che era (2020), la silloge poetica Il giorno della Candelora (2022) e i testi teatrali Tadmor (2016) e Trasmigranti (2019). Scrive racconti per bambini: nel 2016 ha ottenuto il Premio «Andersen - Baia delle Favole» (Sestri Levante) per la migliore fiaba in lingua straniera (francese). Nel 2020 ha ricevuto il Premio «Gran Paradiso» al Concorso «Enrico Trione - Una fiaba per la Montagna».